A Barcis,  in riva al lago, oltre vent’anni di poesia…
di Valentina Gasparet

“Ciò che qui si trova rispetto ad altri luoghi - ovvero la dimensione incontaminata, la misura di un tempo che non è più il nostro, di un tempo ottocentesco - è l’esatto corrispondente di una poesia che si tutela nella sua difficoltà a essere compresa, nella sua difficoltà ad essere conosciuta. (…) E risalendo all’indietro, si arriva a questo poeta di Barcis, che ha rappresentato con un sentimento purissimo i suoi luoghi e ne ha coltivato una nostalgia infinita, che è tutta nelle sue parole, come una vera e propria malattia, così come il suo nome evoca…”
Con queste parole Vittorio Sgarbi ha salutato qualche anno fa il Premio “Giuseppe Malattia della Vallata”, mettendo in luce con grande precisione quel tempo lento, antico, quell’ampio respiro della natura, che accolgono all’arrivo a Barcis e che, insieme al ricordo della figura del poeta e intellettuale, sono anche suggestioni fondamentali del Premio stesso.
Fondato nel 1988, il Premio letterario “Giuseppe Malattia della Vallata” è nato dal desiderio della famiglia Malattia di tenere vivo il ricordo del “cantore della Valcellina” - a quarant’anni dalla sua morte – proprio attraverso la voce della poesia, nelle sue diverse possibilità linguistiche, stilistiche e creative. E così, negli anni, il Premio ha accolto poesie in lingua italiana e poesia nelle lingue delle minoranze etnolinguistiche italiane e nelle parlate locali: dal 1991 si è aperto infatti anche alle etnie ed alle lingue minoritarie dell'area italiana (albanese, catalano, grecanico, tedesco, occitanico, croato, franco-provenzale, friulano, ladino, sardo e sloveno). Al Premio, in questi venticinque anni, hanno partecipato poeti residenti in Friuli Venezia Giulia, in Italia ed anche all’estero, maturi e affermati o giovanissimi alle prime prove in poesia. 
“Nell’edizione del 2013 – spiega il presidente del Comitato organizzatore del Premio, Maurizio Salvador – abbiamo avuto ben 603 partecipanti, arrivati da tutta Italia e dall’estero. Un numero che non immaginavamo certo nel 1988, alla prima edizione, a cui parteciparono 18 poeti. Questa è la dimostrazione che negli anni il premio è cresciuto, riuscendo a coinvolgere sempre di più gli appassionati di poesia”.
E molti sono i poeti, noti anche a livello nazionale, che in questi anni sono passati in riva al lago per il Premio Malattia. Dal 2008, poi, con un’iniziativa molto importante il Premio rende omaggio ai poeti che hanno contribuito a far conoscere e valorizzare la lingua friulana nelle varie parlate: dopo Novella Cantarutti nel 2008, Umberto Valentinis nel 2009, Pierluigi Cappello nel 2010, Ida Vallerugo nel 2011,  Leonardo Zanier nel 2012. Quest’anno il riconoscimento andrà a Gian Mario Villalta. La giuria del Premio è presieduta da Tommaso Scappaticci, e composta da Pierlugi Cappello, Aldo Colonnello, Roberto Malattia, Rosanna Paroni Bertoja e Giacomo Vit.
Certamente, come dicevamo, il Premio è cresciuto negli anni, portando anche prestigio e visibilità alla montagna pordenonese. “Uno degli obiettivi iniziali del Premio - sottolinea Maurizio Salvador - era quello di promuovere e valorizzare Barcis e il suo territorio, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche culturale: e oggi, a distanza di anni, il risultato è senz’altro stato raggiunto. Questo grazie a coloro che lavorano per l’iniziativa e la sostengono: il Comune di Barcis, la Provincia di Pordenone, la ProBarcis, la Fondazione Crup e la famiglia Malattia. Ma anche grazie ai rapporti e alle collaborazioni che in questi anni si sono intessuti”. Come non ricordare, infatti, la prestigiosa presenza in Giuria del Professor Antonio Piromalli, che rappresentò anche il “motivo” del forte legame con il Premio di Vittorio Sgarbi e della sua famiglia, i quali, in seguito, decisero di istituire proprio a Barcis il Premio Cavallini. Così come è di grande importanza per il Premio Malattia la vicinanza del Circolo Culturale Menocchio di Montereale Valcellina.


Domenica 14 luglio, unitamente alle cerimonia di premiazione, ci sarà anche un prezioso omaggio del Premio “Giuseppe Malattia della Vallata” allo scrittore Gian Mario Villalta.

 


Sale per l’ampia valle e si diffonde               

Lento ed eterno il mormorio del fiume        

Che passa. Al fondo d’una conca verde 

Barcis riposa.   

 

(…) 

Intreccian nidi e cantano gli augelli 

La mattutina poesia. Dai prati feraci 

s’alza un coro arcanamente

 
strano di voci 

ammaliatrici, e l’eco di propaga 

qual sinfonia per cielo azzurro, immenso, 

e per l’aprica terra popolata 

di cedue piante, 

d’abeti, faggi, larici e di fiori, 

silvani e solitari ciclamini 

e stelle alpine, così amate dalle  

vergini pie. 


O mia Vallata, tu sei bella come 

L’antica Tempe in fiore; tu sei varia 

E vasta e verde, orrida e precinta 

D’alpestre vita.  

(…)      

 

[Giuseppe Malattia della Vallata Barcis, 1905]

 

 


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